TRE CIVETTE SUL COMO’

marzo 89‚ TEATRO COLOSSEO  – Roma

Tre civette sul comò
tre donne, un comò.
Prima ancora,
tre donne e uno spazio
dove si trova un comò,
e una pendola.
una pendola da…

Tre donne chiamate civette…
e un comò.
Un piccolo gioco sematico derivato da frammenti testardi
di cultura popolare.
La cultura popolare è etnicamente molteplice e unico
nel modo di tramandarsi.

Unico è lo spazio… e il tempo lo moltiplica:
come luogo fisico
come teatro
come scena.

Tre femmine:
una donna “mistica”,
una donna “sessuale”,
una donna “condizionata”.
Letteralmente percorrono le loro storie nello spazio attribuito, in relazione ad un curioso punto di attrazione, il mobile misterioso, la scatola magica dal potere magnetico.

In virtù del gesto danzato, scavalcandone con gli occhi della mente le armoniose apparenze, è possibile percepire come lo spettacolo si dipani tutto attraverso la misteriosa relazione tra il numero 3 e il numero 1 e come il movimento coreografico trovi, in questa continua dispersione e ricomposizione, dell’unità, la sua intrinseca forza, la sua evoluzione che diviene emozione teatrale agli occhi del pubblico. Alla fine lo spettatore scoprirà il segreto della pendola, un segreto paradossale poiché è lo stesso per le tre donne pur rimanendo il proprio (un segreto nel cuore? Nella memoria?); emerge una certezza, si tratta di una sola donna, della stessa donna, di tre facce di un unica pietra lavorata con cura da Aurelio Gatti, Alessandro Vigo e la brave protagoniste.

Dunque tre donne, come tre sorelle, tre…quante volte è stata drammatizzata la geometria dei molti stati dell’essere, scandagliata la profondità del femminile! Quello che colpirà il pubblico sta proprio qui, in questo modo di danzare raccontando storie molto particolari senza conformismo né vana volgarità, e così, sfiorando ripetutamente, si intravede il meccanismo del Grande Gioco che è a monte di ogni evento di spettacolo, a monte di molto altro ancora, forse di tutto.

Riccardo Bernardini


MDA Produzioni Danza

TRE CIVETTE SUL COMO

regia e coreografia
ALESSANDRO VIGO, AURELIO GATTI

musiche
MARCO SCHIAVONI

scene E costumi
CAPANNONE MOLIERE
con
Gianna Beduschi, Daniela Giuliano,
Elisabetta Minori e Angelo Giannelli

Disegno luci
Massimo Munalli