spettacolo teatrale

M. carne della mia carne 

la nuova produzione di Loris Petrillo dedicata a Medea

MDA PRODUZIONI DANZA/ COMPAGNIA PETRILLO DANZA
M.
– carne della mia carne – 

liberamente ispirato alla Medea di Euripide
coreografia e regia Loris Petrillo

Dopo “Il cece nel secchio” un trattato sul tema della follia e della normalità e “La pelle del popolo nudo” una rievocazione della Sicilia del secondo dopoguerra‚Loris Petrillo firma la regia e la coreografia di ”M. carne della mia carne”.Supportata dai testi originali di Massimiliano Burini‚questa nuova pièce è un viaggio attraverso la mente femminile allo scopo sì di comprenderla ma anche di ironizzarla e Medea ne è la protagonista indiscussa.
Descritta dalla tradizione come una maga dotata di poteri addirittura divini‚la Medea di Loris Petrillo si affida a codesti poteri per meditare come prima vendetta contro Giasone forse la peggiore. Accusato di non essere in grado di capirla‚Medea lo condanna a vestire letteralmente i panni di essa stessa.
E’ a questo punto che M. abbandona paradossalmente i toni cupi della tragedia per trasformarsi in un quadro esilarante dal carattere comico e grottesco di una informalissima famiglia di un condominio popolare in cui i protagonisti della tragedia sono condòmini di Medea. In M.‚Medea è un uomo‚ma non un uomo nel ruolo di una donna‚bensì Giasone nei panni di Medea.Sarà il dialogo-monologo dei due coniugi personificati dallo stesso attore a fare da filo conduttore all’intera opera coreografica. I costumi e l’ambientazione sono attualissimi pur richiamando in pochi particolari‚ al gusto accentuato dell’antica Grecia. L’intero spettacolo si svolge in casa‚ luogo delle conversazioni e delle dispute familiari per antonomasia‚in cui domina la figura casalinga di una Medea accanita nel gioco delle carte. Ricco di simbologie e significati senza pretese di sapere specificatamente psicologico‚M. è una tragedia familiare raccontata dalla voce di un uomo che viaggia attraverso la mente contorta di una donna.

M. carne della mia carne di Loris Petrillo
Dopo “Il cece nel secchio” un trattato sul tema della follia e della normalità e “La pelle del popolo nudo” una rievocazione della Sicilia del secondo dopoguerra‚Loris Petrillo firma la regia e la coreografia di ”M. carne della mia carne”.Supportata dai testi originali di Massimiliano Burini‚questa nuova pièce è un viaggio attraverso la mente femminile allo scopo sì di comprenderla ma anche di ironizzarla e Medea ne è la protagonista indiscussa.
Descritta dalla tradizione come una maga dotata di poteri addirittura divini‚la Medea di Loris Petrillo si affida a codesti poteri per meditare come prima vendetta contro Giasone forse la peggiore. Accusato di non essere in grado di capirla‚Medea lo condanna a vestire letteralmente i panni di essa stessa.
E’ a questo punto che M. abbandona paradossalmente i toni cupi della tragedia per trasformarsi in un quadro esilarante dal carattere comico e grottesco di una informalissima famiglia di un condominio popolare in cui i protagonisti della tragedia sono condòmini di Medea. In M.‚Medea è un uomo‚ma non un uomo nel ruolo di una donna‚bensì Giasone nei panni di Medea.Sarà il dialogo-monologo dei due coniugi personificati dallo stesso attore a fare da filo conduttore all’intera opera coreografica. I costumi e l’ambientazione sono attualissimi pur richiamando in pochi particolari‚ al gusto accentuato dell’antica Grecia. L’intero spettacolo si svolge in casa‚ luogo delle conversazioni e delle dispute familiari per antonomasia‚in cui domina la figura casalinga di una Medea accanita nel gioco a carte. Ricco di simbologie e significati senza pretese di sapere specificatamente psicologico‚M. è una tragedia familiare raccontata dalla voce di un uomo che viaggia attraverso la mente contorta di una donna.

IL COMPLESSO DI MEDEA
Il viaggio di Medea nell’orrore è finalizzato ad uno scopo folle‚eppure i mezzi che essa adopera per raggiungerlo rispondono ad una logica ferrea ed astutissima.Nello specifico‚Medea è una donna che si trova all’improvviso in conflitto con un mondo‚una cultura‚usi e costumi diversi‚che non capisce e che non può accettare.Purtroppo il disagio psicologico di Medea non si è mai fermato‚tanto che oggi è una vera e propria patologia definita non a caso dalla psicologia e criminologia clinica “complesso di Medea”.Tale complesso stà a delineare quel quadro sindromico in cui la madre‚posta in una situazione conflittuale con il suo coniuge‚arriva al punto di uccidere il proprio figlio facendone uno strumento di potere e rivalsa.Come sostiene il Prof. Gian Carlo Nivoli c’è qualcosa di ancestrale e inestirpabile in una donna che tenta di uccidere il sangue del suo sangue e le spiegazioni psicoanalitiche sono profondissime.Tuttavia tra le più comuni l’uccisione dei figli per rivalsa contro il coniuge al quale non si vuole lasciare alcuna traccia tangibile della relazione avvenuta; c’è il suicidio allargato anticipato da una forma di depressione acuta della madre che si toglierà la vita insieme ai figli;e poi c’è la madre aggressiva con scarsa capacità genitoriale che sfoga la sua forma di disamore verso i figli con aggressività.

IL MITO DI MEDEA
Medea‚figlia di Eete re di Colchide‚aiutò Giasone alla conquista del Vello d’Oro in cambio della promessa di matrimonio.E così fu. Mentre gli Argonauti attaccavano e costringevano alla fuga i soldati‚Medea si fece aprire le porte del tempio in cui era custodita la preziosa spoglia.Conquistato il Vello d’Oro‚Medea seguì Giasone e per facilitargli la fuga‚prese in ostaggio‚uccise e fece a pezzetti suo fratello Apsirto‚così da ritardare l’inseguimento di suo padre Eete già abbandonato.Giunti a Corinto Medea e Giasone si sposarono.Tuttavia il loro matrimonio non ebbe lunga durata.Infatti‚Giasone‚da bravo uomo greco che guardava ai propri interessi politici ed economici‚ripudiò sua moglie per convolare a nozze con Glauce‚figlia di Creonte re di Corinto.Offesa e irata dal tradimento subito‚animata dalla bramosia di vendetta‚Medea‚in un falso clima di distensione inviò dei doni imbevuti di veleno a Glauce causandone la morte sia della principessa che di suo padre.Per distruggere completamente Giasone‚verso il quale si sentiva in credito per averlo aiutato nella sua impresa‚anche se al contrario Giasone non solo non si sentiva in debito verso di lei ma anzi riteneva di averla trasformata in una cittadina di fama e gloria portandola con sé in Grecia‚Medea passò alla seconda fase del suo piano. Ucciso l’uomo che poteva dargli un regno‚la donna che poteva dargli nuova prole‚Medea compì un crimine ben più grosso che distrusse l’ultima ricchezza e speranza di Giasone:l’uccisione delle creature generate dal suo stesso grembo.

MEDEE A CONFRONTO
Le rielaborazioni e le riscritture di Medea sono davvero innumerevoli. Medea ha ispirato ogni forma d’arte‚dal teatro alla musica‚dal cinema alla danza.Medea è la tragedia di Euripide ma è anche quella di Ovidio o di Draconzio‚è l’opera lirica di Luigi Cherubini ma è anche il film di Pier Paolo Pasolini o di Las Von Trier‚è l’opera teatrale di Christa Wolf ma è anche quella di Luca Ronconi o ancora quella di Dario Fo e Franca Rame. Dunque esistono davvero tante rivisitazioni e tra le più significative eccone alcune:
La Medea di Seneca‚pur restando piuttosto fedele a quella di Euripide‚è posta su un piano infernale‚legato alla magia nera.Qui Medea incarna il Male‚è artefice di macabra e inumana violenza che trionfa in un susseguirsi di morti.
La Medea di Grillparzer‚protagonista della trilogia “Il vello d’oro”‚incontra Giasone per l’ultima volta avvolta dal vello maledetto da cui ebbero inizio tutte le sciagure.Prima di lascirsi ognuno nel proprio dolore‚Medea volge un discorso al suo sposo‚pervasa dall’amore che un tempo li aveva uniti.
Medea‚film scritto e diretto da Pier Paolo Pasolini‚interpretato da Maria Callas‚girato nel ’69 prevalentemente in Siria e in Turchia.Qui‚l’intero dramma poggia sulla reciproca contrapposizione delle due culture‚sull’irriducibilità reciproca di due civiltà.Da una parte Medea‚eroina del mondo sottoproletario‚religioso e arcaico‚occidentale e irrazionale‚dall’altra Giasone‚l’eroe del mondo moderno‚laico e razionale.
Con il sottotitolo Stimmen (voci)‚la Medea di Christa Wolf è una delle interpretazioni moderne più interessanti di questo mito.La Wolf si allontana dalla versione euripidea rifiutandone il tratto più inquietante dell’infanticidio‚adottando una versione pre-euripidea secondo cui i bambini furono lapidati dai Corinzi infuriati contro Medea.La particolarità della sua interpretazione racchiusa nel sottotitolo Stimmen‚è l’alternarsi delle voci dei sei personaggi:Medea‚Giasone‚Agameda‚Aramante‚Leuco e Glauce.
“Lunga notte di Medea” di Corrado Alvaro‚rappresentata per la prima volta nel ’49 si concentra sul tema della persecuzione razziale.Questa rielaborazione moderna della tragedia euripidea alleggerisce il peso della colpa di Medea‚straniera ed esule‚esclusa e respinta dalla comunità che la ospita‚ e la riversa sui Corinzi‚simbolo del pregiudizio e dell’intolleranza portati al limite estremo.
In “Un uomo ha la maschera di Medea”diretto da Luca Ronconi‚Medea è interpretata da un uomo che si traveste da donna per ingannare le altre donne che costituiscono il coro‚cui racconta la sua disgraziata vicenda‚rendendole complici del suo gesto.


MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA’ CULTURALI

una produzione
MDA PRODUZIONI DANZA/ COMPAGNIA PETRILLO DANZA

IN COPRODUZIONE CON
SCENARIO PUBBLICO
M.
– carne della mia carne – 

liberamente ispirato alla Medea di Euripide

coreografia e regia
Loris Petrillo
testi
Massimiliano Burini
musiche
Loris Petrillo /aa vv
costumi
Anna Pappalardo

con
Attore
Massimiliano Burini

Danzatori
Rosanna Cannito
Nicola Cisternino
Rosa Merlino
Giuseppe Muscarello