ST22

ST22 

a Marzo‚ da una ricerca sulla detenzione femminile‚ D-Out presenta “-ST22-” uno spettacolo di danza e teatro

Da un’esperienza diretta la scelta del titolo -ST22- ovvero stanza numero 22

Lo spettacolo vuole essere un percorso attraverso i sensi deteriorati dalla detenzione‚ un percorso regressivo perché il carcere elimina o riduce la forza dei sensi che trasmettono emozioni. Siamo in carcere ed è subito disagio‚ un disagio registrato dai sensi e dal corpo nel suo complesso. Con la detenzione ha inizio un processo di regressione‚ un deterioramento a livello infantile ed animale. In scena 5 donne e 5 sacchi neri dell’immondizia che simboleggiano il vuoto avvolgente‚ il nulla minaccioso‚ il baratro aspirante della morte (D.Gonin) e allo stesso tempo l’oppressione‚ la limitazione. Numerosi sono gli studi che dimostrano che chi entra in prigione viene colpito immediatamente da vertigini‚ i riferimenti abituali scompaiono velocemente‚ nulla più è rassicurante. La vista è penalizzata dai muri‚ dai cancelli‚ dalle porte. Gli spazi sono immancabilmente limitati da ostacoli e lo sguardo non ha alcuna possibilità di riposare sulla linea d’orizzonte. In carcere c’è chi osserva e chi è osservato. Lo sguardo perde la reciprocità e i detenuti diventano oggetti della vista. L’udito diventa pigro e si disabitua a ogni tipo di suono. I rumori del carcere sono ripetitivi‚ l’udito non è sollecitato. Col tempo l’olfatto viene amputato‚ ci si dimentica degli odori della vita‚ della terra‚ delle piante. Il tatto è limitato‚ eliminato‚ auto-eliminato‚ censurato. Ed infine il gusto anch’esso condannato a svanire. I sapori finiscono per assumere un gusto universale: un disgustoso non-gusto.

4 quadri principali:

1° Quadro – Il cortile –
Durante l’ingresso del pubblico le donne consumano l’ora d’aria. Si muovono lentamente‚ cercano di guardare il più lontano possibile. “Dondolandosi” attendono lo scorrere del tempo.

2° Quadro – Il Sacco-
Inevitabilmente le 5 donne indossano il sacco (vuoto avvolgente‚ baratro aspirante). I corpi sono pericolanti‚ il gesto diventa precario e si perde la stabilità. La danza è un tentativo inutile di verticalità. Lo spazio limitato è privo di riferimenti. Si procede per linee perfettamente geometriche‚ il gruppo finisce per essere l’ unico riferimento.

3° Quadro – Il Gioco- 
Le donne raccontano della loro inadeguatezza. A volte fragili‚ a volte insicure e a volte dure raccontano del carcere. Il testo è poetico ed ironico allo stesso tempo. Un linguaggio semplice‚ ma colmo di metafore. Il movimento è ripetitivo‚ a volte lento‚ sospeso e a volte frenetico e fuori controllo.

4° Quadro – Opa Cupa-
Inno alla danza‚ alla vita‚ alla libertà. L’attenzione dal corpo si sposta all’anima. Ma le sofferenze inflitte all’anima sono intrappolate nel corpo‚ nei tessuti muscolari‚ sotto la pelle. Un corpo che rivendica la sua libertà




MDA Produzioni Danza/D-Out

-ST22- ovvero stanza numero 22

da una ricerca sulla
detenzione femminnile

ideazione e coreografia
Rosaria Iovine

drammaturgia
di gruppo

testo
Carmen Iovine

musiche
Autori Vari

con
Siliana Crocchianti
Cristina Meloro
Ilaria Puccianti
Sara Rossi
e Rosaria Iovine