spettacolo teatrale

ROSSINI CIRCUS 

dal 2 aprile 2003‚ Teatro de’ Servi – Roma

ROSSINI CIRCUS

La frequentazione con Rossini‚ oltre quella dell’ascolto‚ è nata dal lavoro‚ in occasione di collaborazioni alla messinscena di alcune sue opere liriche. Ricordo comune di queste diverse esperienze era il costante imbarazzo‚ al momento della presentazione dell’opera a stampa e pubblico -(gli utili incontri con l’opera e l’autore )‚ da parte dello studioso di turno‚ a giustificare l’interezza dell’opera del compositore Pesarese‚ soprattutto quando nell’epilogo di un’opera buffa pone un’aria drammatica e nella composizione sacra non risparmia gli ottoni. Coniugare l’idea di Grande Musica con la scintillante effervescenza ‚ la spericolata discontinuità di temi‚ la rischiosa ed esclusiva costruzione del canto non è cosa facile specie in presenza di un autore tanto noncurante della critica quanto facile bersaglio della caricatura e dell’aneddotica; tutto questo fa del personaggio Rossini un argomento di difficile trattazione. Alla fine con la parola genio e le sue declinazioni‚ si trovava una soluzione per rispondere all’esigenza di unitarietà e ‚ in questa‚ di compostezza dell’opera. L’imbarazzo comunque non era solo del “presentatore” ma anche di noialtri che‚ durante la messinscena‚ nel fornire indicazioni per l’ interpretazione‚ ci rendevamo conto che aldilà della progressione narrativa del libretto‚ si incorreva in sviluppi drammaturgici inattesi e non consequenziali della musica: cessava il prima e il dopo ‚ il come ci si era arrivati e dove si voleva andare a finire ‚ rimaneva un momento di straordinaria emozione a cui non poteva sottrarsi neanche il più scanzonato degli interpreti.
Questo aspetto è stata la molla per Rossini Circus.
Tutta la questione Rossini‚ vita e produzione‚ aneddotica e biografia‚ arte e mestiere‚ i dualismi scomparivano nel lavoro della messinscena: gli interpreti – cantanti‚ coro‚ professori d’orchestra‚ danzatori e o comparse – si integravano al ritmo dell’opera ‚ sia seria che brillante – legittimandola in ogni sua “stravaganza” e – di riflesso – assumendo coerenza loro stessi. Riferendomi agli organici dei grandi Enti non posso pensare al pathos o alle alchimie romantiche sul teatro‚ quanto alla capace scrittura di un teatro musicale in grado di proporsi come linguaggio – espressione compiuto.
La produzione rossiniana è un’opera fatta per essere‚ non l’estrema e sconsolata rappresentazione del “bello fugace” di fine secolo e tanto meno l’espressione in controtendenza di un artista verso un’epoca di trasformazione e trapasso – definita dallo stesso come “ dedita al vapore e alle barricate”. E in questa inattualità ‚ quasi ostentata‚ si sente il motivo di profondo legame tra la musica e di Rossini e il nostro tempo.

In Rossini Circus i quesiti sul Pesarese (veri e propri enigmi per molti studiosi ) sono solo un sapore . Non ci sono risposte plausibili al fatto che abbia abbandonato a trentasette anni‚ già ricco‚ famoso e internazionale‚ la carriera di compositore. Non c’è documentazione medica esaustiva della malattia-nevrosi che Egli adduceva come causa dell’interruzione creativa‚ poi c’è il problema del ritratto per cui malgrado le numerosissime immagini del Maestro ( dipinti‚ disegni e stilizzazioni caricaturali)‚ data la diversità di ognuna e fra loro‚ appare difficile ricavare una rappresentazione univoca del protagonista. Questi ed altri argomenti che lasciano ancor più un alone di indeterminatezza sulla “natura ” dell’opera rossiniana‚ sono il terreno ideale per incuneare i picchetti di un circo in cui ‚ nell’ingenua accondiscendenza collettiva‚ si va ad assistere allo strano‚ allo stravagante‚ all’inconsueto‚ all’imprevedibile. In effetti il circo addomestica l’idea della diversità e soprattutto trasfigura il dramma che da essa scaturisce: nani‚ clowns‚ cavalli‚ zingari‚ bestie feroci‚ cannoni‚ giocolieri‚ colori‚ attrazioni ‚ un’esotica e taciturna umanità che vive anche se non raccontata e referenziata dal momento contemporaneo.
Chissà se a Rossini piaceva il Circo.


MDA Produzioni Danza

ROSSINI CIRCUS

regia e coreografia
AURELIO GATTI

musiche
Gioacchino Rossini

arrangiamenti e musiche originali
Patrizio Marrone

costumi
Franco Grasso

scene
Petra Ustinov
CAPANNONE MOLIERE

con
Gianna Beduschi – Paola Bellisari
Giuseppe Bersani – Monica Camilloni
Marco D’Alberti – Annalisa D’Antonio
Ennio Dura – Gioia Guida

e la partecipazione
Elisa Turlà
Carlo Vitale/Gianni De Feo

Esecuzione dal vivo
Michel Audisso – clarino
Antongiulio Galeandro – fisarmonica
Ruggero De Felice – Violino
Concetta De Felice – Viola
Giovanni Nigro- Cello

Disegno luci
Stefano Stacchini

Suono
Marco Covaccioli 

Realizzazioni costumi
Neide Buratti