LA GIARA e UNDERGROUND
Teatro Regio Torino
LA GIARA / UNDERGROUND
coreografie di Loris Petrillo
Per il consueto appuntamento con la danza‚ il Teatro Regio di Torino riprenderà una delle sue più felici produzioni: il dittico composto da La Giara di Alfredo Casella(dalla novella di Pirandello) e Underground‚ ispirato all’arte di strada. Accomuna i due spettacoli lo stile energico della coreografia di Loris Petrillo.
La giara e Underground
Dalla Sicilia rovente alla danza di strada
di Chiara Castellazzi
La Giara«La bellezza e il successo di questo balletto stanno nell’espressione travolgente di ebbrezza dionisiaca‚ di pantagruelico‚ brutale buon umore‚ di incontenibile ed esuberante salute fisica». Così scriveva Massimo Mila de La giara‚ titolo che fece la sua prima apparizione nella storia della danza nel 1924 per i Ballets Suédois de Rolf de Maré e che quest’anno viene ripreso dal Teatro Regio per La scuola all’Opera nella versione “tout public” creata appositamente da Loris Petrillo dieci anni fa.
Ballerino di razza‚ Petrillo muoveva i suoi primi passi di coreografo proprio con questo balletto commissionatogli dal Regio‚ dove ha convogliato slancio giovanile ed entusiasmo passionale per la prima creatura. Forte delle sue ascendenze siciliane – ha debuttato a sedici anni al Teatro Massimo di Palermo – e della baldanza dell’età tanto anagrafica che coreografica‚ l’artista si è accostato con freschezza a quest’opera danzata che pur poteva intimidire per il segno marcato e il numero di versioni lasciati nei suoi tre quarti di secolo di vita. Un successo fin dalla sua creazione del 1924‚ grazie al gruppo di artisti reclutati da de Maré per i suoi Ballets Suédois che facevano tendenza: Jean Börlin per la coreografia‚ Giorgio De Chirico per scene e costumi e Alfredo Casella che fu chiamato a comporre‚ lui torinese-parigino‚ una musica assolata d’Agrigento. Mentre per il libretto‚ lo stesso Pirandello riscrisse la sua novella su un registro più leggero e parodistico. E non è senza significato che Casella abbia intitolato I segreti della giara la sua autobiografia‚ dove svelava i rapporti fra musica e altri milieux culturali di inizio Novecento. Memorabili ancora‚ nella storia del balletto‚ Le giare di Bronislava Nijinska nel 1927 per il Teatro Colón di Buenos Aires e di Aurel Milloss nel 1957 per il Comunale di Firenze con scene di Renato Guttuso. A Torino erano state create due versioni: quella più tradizionale di Giuseppe Carbone nel 1975 e quella di Gianfranco Paoluzi nel 1990 in chiave esistenzialista.
Senza rifarsi ad alcuno di questi modelli‚ ispirandosi piuttosto alla trasposizione filmica dei fratelli Taviani – quel famoso Kaos con Franco e Ciccio nei panni di Zì Dima Licasi e Don Lolò Zirafa –‚ Petrillo ci immerge nella sua Sicilia anche con i suoni: ritmi di piedi e di pietre di complemento alla coreografia e un inserto spurio di Francesco Giunta che apre con una ninna nanna isolana.
«è il teatro che deve essere avvicinato ai ragazzi‚ non i ragazzi al teatro» pensa adesso come allora il coreografo che – pur fautore di una danza impegnata‚ dotata di spessore e di risvolti sociali – per questo balletto ha proceduto innanzitutto instaurando con il cast un’atmosfera di divertimento e leggerezza perché la creazione procedesse con accenti naturali e gioiosi. Quelli che caratterizzano la sua narrazione che è scorrevole‚ diretta e briosa‚ accesa di colore e di calore.
La seconda parte del programma Underground‚ sempre di Petrillo‚ nasce dall’incontro con la musica dal vivo dei The Stick & String Quartet e ci immerge in un clima metropolitano vicino alle culture giovanili dell’hip-hop‚ della streetdance e del rap.
Qui non ci sono personaggi attribuiti‚ avidi proprietari terrieri‚ contadini innamorati‚ avvocati azzeccagarbugli e conciabrocche cocciuti come nella Giara. Soltanto bande di ragazzi‚ genere “cabinotti” e “coatti”‚ che si incontrano‚ si divertono‚ si affrontano in un linguaggio di danza contemporanea che traspone anche la break-dance e la danza acrobatica di strada; al ritmo del mix sonoro del quartetto torinese fondato nel 1991 da Nicola Casassa Vigna (violino e viola)‚ Laura Culver (violoncello e sax)‚ Gianni Daniello (batteria e percussioni) e Adriano Cresto (basso elettrico). Non c’è una vera trama‚ ma non saranno i bulli prepotenti a prevalere…
martedì 17 febbraio
mercoledì 18 febbraio (due repliche)
giovedì 19 febbraio
venerdì 20 febbraio
giovedì 26 febbraio
Fondazione Teatro Regio di Torino – Piazza Castello‚ 215 Torino
email:
info@teatroregio.torino.it