COSMO di Mario Schifano /Esposizione della grande tela

14 e 15 ottobre 2020 > Teatro Basilica – Roma > dalle ore 16:00 alle 20:00
Esposizione della grande tela di Mario Schifano > «COSMO»

Artribune… Storia di Cosmo grande tela di Mario Schifano

La Repubblica …. L’ultimo ballo del ‘Cosmo’ di Schifano

In occasione della esposizione le performances :

ore 17:00 da «INFINITI MONDI» con Mario Brancaccio

ore 18:00 da «Marin Marais e Georg Philipp Telemann» con Olena Kurkina (Tiorba) Fabio Lorenzi (Viola da gamba)

ore 19:00 da «CONFINE» con Luna Marongiu

danzano Paola Saribas – Matteo Gentiluomo
ideazione Aurelio Gatti
musica originale Fabio Lorenzi
ideazione e realizzazione MDA PRODUZIONI /in collaborazione con TTR TEATRO DI TATO RUSSO / TEATRO BASILICA

«COSMO» una creazione per il teatro.

Questa gigantesca tela di Mario Schifano è nata nel e per il teatro.
Era la primavera del 1990: con Mario si decise di lavorare insieme per l’allestimento di «Due Madri», l’opera per danza e teatro (tratta dall’omonima novella di Miguel de Unamuno) con la regia di Patrick Latronica prodotta da MDA Danza. Interpreti, i danzatori di MDA – Gianna Beduschi, Gioia Guida, Massimo D’Orazio – con la partecipazione straordinaria di Bob Curtis e della soprano Annette Meriweather.
L’opera debuttò quella stessa estate per proseguire con le repliche fino all’inverno del ’93. Da allora la tela è stata… in panchina .
Nel 2017 «COSMO» è stata esposta nell’ambito della mostra «Da Duchamp a Cattelan – Arte contemporanea sul Palatino» curata da Alberto Fiz e Tullio Leggeri.

La nascita di «COSMO»

L’opera fu concepita e dipinta in meno di una settimana. L’idea e il soggetto definiti in pochi incontri tra Rosati di Piazza del Popolo e lo studio di Mario .
L’amicizia con Latronica, la curiosità e l’apertura di Schifano per ogni stimolo “vivente e vero” – come diceva dei danzatori sulla scena – e il tacito patto di fare qualcosa di non decorativo o espositivo, sono stati alla base della creazione: subito gli è stato chiaro che dovesse essere un’opera pittorica ma “per lavorarci sopra… per danzarci sopra”.
Una pedana, un pavimento, un palcoscenico …
Tutto accadeva in modo immediato, precipitato…

«COSMO» tra pittura e narrazione

…anche la vicenda e lo sviluppo narrativo di «Due Madri» si sono immediatamente trasformati in una grande spirale in movimento. Che origina dalle orme femminili per poi richiamare la clausura dei sentimenti e dei pensieri dei personaggi, resi con una sagoma spigolosa che si fonde alla spirale stessa.
L’invenzione di un mondo in sé… un cosmo.
Riecheggiano le parole di un’intervista: “Spero sempre di fare quadri senza inutili volontà di spiegazioni”.
Più complessa la realizzazione della tela (circolare, di ben 7 metri di diametro) e del supporto (una pedana inclinata, sulla quale dovevano poter andare in scena fino a 5 interpreti contemporaneamente).

Danzare sul «COSMO»

La struttura portante … è nata sulle iconografie della stella dei venti : con lo scheletro ligneo disposto a rombi, sovrapposti come i petali di una rosa : 8 punte, ognuna delle quali identifica un punto cardinale e un vento … . il resto è la messinscena

«COSMO» nel 2020

L’esposizione al pubblico di quest’opera di Schifano non poteva che avvenire in una modalità “vivente e vera“.

Oggi, nell’impossibilità di riallestire lo spettacolo del ’90, sono state ideate due performance di danza/teatro e musica, individuando quelle che meglio aderissero all’idea originale, a quello che si “vede” nella tela: un grande Cosmo in movimento.

Movimento di esplosione ne «GLI INFINITI MONDI» (da Giordano Bruno) con Mario Brancaccio, di implosione in «CONFINE» (da Italo Calvino) con Luna Marongiu, tessuti insieme dalla coreografia di Aurelio Gatti, danzata da Paola Saribas e Matteo Gentiluomo, con la musica originale di Fabio Lorenzi.

Le due performance si alterneranno alle 17 e alle 19 del 14 e del 15 ottobre nello straordinario spazio definito da archi e mattoni a nudo del Teatro Basilica a San Giovanni a Roma. Alle 18, in entrambe le date, viola da gamba e tiorba, strumenti dall’origine antica e dalla prospettiva contemporanea, si incontrano in teatro, tra gli “affetti musicali” dello Stile italiano di Telemann e la commedia dei personaggi dello Stile francese di Marais (con Olena Kurkina e Fabio Lorenzi).

Note alle performance:

CONFINE

Cum-finis , ciò che mi separa e nel contempo ciò che mi unisce, che ho in comune con l’altro, qualunque cosa l’altro o l’oltre sia o significhi che il concetto di confine richiami immediatamente il concetto di alterità, e quest’ultimo quello di identità.

I confini danno sicurezza. … impongono ordine al caos, rendono il mondo comprensibile e vivibile… lo rendono conosciuto e “ordinario” E qui entra la poetica di Giorgio Caproni per cui il “confine” mette in luce ancora di più le crepe di una esistenza ordinaria : l’inadeguatezza del confine, il suo limite, non solo fisico ma anche della mente e della conoscenza, esprime il senso della caducità dell’azione umana e il dramma dell’inutilità dell’esistenza individuale. “Se alzi un muro, pensa a ciò che resta fuori!” (l.Calvino)

INFINITI MONDI

‘Di maniera che non è un sol mondo, una sola terra, un solo sole’.
Con queste parole Giordano Bruno traghettò l’umanità verso il futuro.

Gli costò il rogo, ma il suo ostinato indagare seminò l’idea di una molteplicità di genti, pensieri e mondi coesistenti nella contemporaneità del tempo. Solo dopo, Giordano Bruno è divenuto il simbolo della possibilità della libera espressione, libertà per la quale si dispose a morire. Forse proprio allora il pensiero — in termini sia di speculazione e ricerca che di riflessione dell’essere umano su sé stesso — intraprese una nuova strada, una nuova vita che poi sarà chiave di volta della coscienza morale moderna.

 

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