CONfine

 

CONfine
Installazione Fotografia/Teatro/Danza

Soggetto e messa in scena

Aurelio Gatti,
con Luna Marongiu,
Rosa Merlino,
Luca Piomponi

produzione MDA Produzioni
in collaborazione con
Castelnuovo Fotografia

 

 

Il CONFINE sottintende l’idea di spazio, poi che questo sia reale o immaginario, poco importa.

I confini dividono lo spazio e non sono pure e semplici barriere: sono anche l’interfaccia tra i luoghi che separano e come tali sono soggetti a pressioni contrapposte e perciò fonti di conflitti e tensioni.. Il confine protegge – o almeno così si vuole credere – dall’inatteso e dall’imprevedibile: dalle situazioni che ci spaventerebbero e ci renderebbero vulnerabili. I confini danno sicurezza. … impongono ordine al caos, rendono il mondo comprensibile e vivibile… lo rendono conosciuto e “ordinario” E qui entra la poetica di Giorgio Caproni per cui il “confine” mette in luce ancora di più le crepe di una esistenza ordinaria : l’inadeguatezza del confine, il suo limite, non solo fisico ma anche della mente e della conoscenza, esprime il senso della caducità dell’azione umana e il dramma dell’inutilità dell’esistenza individuale.

“Se alzi un muro, pensa a ciò che resta fuori!” (I.Calvino)