Recensione STAMPACRITICA 12.2.2020
..”Ma ciò che mi ha colpito è altro.
La storia che ci viene narrata, è un viaggio dentro le emozioni, brividi sulla pelle, sussulti, fremiti, stupore. Si viene quasi sopraffatti da tanta bravura, ci si ferma protesi all’ascolto di un testo le cui parole entrano dentro l’anima, l’accarezzano, a volte la graffiano, lacerano il cuore, lo feriscono, lo scalfiscono e poi lo proteggono, lo abbracciano quasi a volerlo salvare, accudire, curare, guarire.
Silenzio. Gli applausi esplodono copiosi solo alla fine, gli occhi puntati su ogni particolare, su ogni parola, sul tono delle voci, sull’espressività degli attori, sui corpi e la loro gestualità. La comunicazione si esprime in mille modi diversi e tutti ci raccontano non solo una storia ma la personalità di ogni attore… forse di tutte le “persone” che interagiscono sul palcoscenico….”
…. “C’è tutto, la danza passionale che richiama il desiderio ripudiato dalle parole, l’atmosfera che aleggia sopra gli spettatori, curvi in avanti per carpire ogni sillaba di Tiresia-Stagni, ma anche ogni nota “giusta” sussurrata da volti supplicanti, dalla sagoma immobile di un anziano re senza più bastone di comando, tutto espanso dall’ansia sensuale e passionale dei danzatori: incontro con le proprie-nostre emozioni. Si, la meraviglia di esserci stati dentro ci fa scoprire in Tiresia, un teatro che è qualcosa di più sconvolgente di una semplice rappresentazione, è un sentirsi parte della complessità della messa in scena, è un sentirsi avvolti da un’emozione fuori dal tempo.”….
di Claudio Caldarelli e Stefania Lastoria