MARGHARETE studio del Faust

MARGHARETE studio del Faust 

MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA’ CULTURLI MDA PRODUZIONI DANZA

MARGHARETE
studio del Faust da Marlowe‚ Goethe e Kierkegaard

Margherita in Marlowe non esiste. Il problema è Faust e di Faust.
Nella visione goethiana Margherita è un caso di convergenza di arte e vita‚. la donna non è tanto individuata‚ quanto individuante; aiuta l’uomo‚ o meglio è necessaria all’uomo per la sua individuazione‚ mentre l’individuazione della donna è in qualche modo attenuata.. E’ la donna stessa che si polarizza in questa sua funzione di elevazione del maschio. In un primo momento‚ Faust si interessa di Margherita come di una ragazza particolarmente affascinante‚ la porta alla rovina e da questa rovina trae poi lo spunto per elevare se stesso‚ per ritrovare alla fine Margherita come donna sublimata – in questo senso si potrebbe fare un paragone con la Beatrice dantesca‚ anche se in Dante è assente la parte mondana della donna. Faust‚ nell’interpretazione di Kierkegaard‚ è il seduttore di Margherita e nel potere assoluto sopra la donna‚ che egli conquista grazie alla sua superiorità intellettuale‚ egli trova “un momento di presente”‚ un “istante di riposo” di fronte al nulla che lo minaccia e che il suo scetticismo continuamente gli ripropone.

Per noi Margherita è la protagonista di questo primo studio del Faust. Dopo le donne di Ulisse in “Delle Donne e della Tempesta” ‚ in cui la figura femminile rappresenta il punto fermo e allo stesso tempo il potente pungolo dell’uomo che sfida il limite‚ con Margherita – altra compagna eccellente dell’insaziabile “conoscitore” – si indaga la grandiosità del mutamento come condizione dell’essere e non dell’azione: in Faust la ricerca non è più il viaggio nella conoscienza ‚ come per Ulisse‚ quanto il dubbio della coscienza . La figura femminile non è più compagna del viaggio quanto testimone e conferma della potenza del viaggiatore. Faust trasfigura la ricerca e la riduce ad una mera sfida all’Entità ordinatrice; in Faust la conoscenza trascende dall’esperienza per diventare l’esito di un’impertinente quanto solitaria curiosità‚ perchè giocata sulla quantità di trasgressioni operate‚ di limiti oltrepassati …. e Margherita viene travolta da questo fluire di azioni che nulla conserva e niente custodisce.

La nostra Margherita è ritratta in uno spazio chiuso‚ forse una camera d’ospedale‚ un’ora prima della dannazione del suo amato. Manca un’ora allo scadere della mezzanotte eppoi Faust sarà dannato‚ per Marlowe‚ o redento‚ per Goethe. La sorte di Margherita sarà identica con l’eccezione che il suo smarrimento non è generato dal senso di vuoto che pervade Faust quanto dalla pienezza di un sentimento totale quale è l’amore. Per questo c’è più Mephisto che non Faust in questo primo studio‚ forse perchè è la “non natura” e Margherita‚ sintesi ed emblema di una femminilita/natura generosa‚ non può che confrontarsi e riscattarsi nel superamente di Mephisto‚ fosse anche per dissuadere Faust dalla propria tentazione: il biologo Ameisen: “è meglio prendere atto per tempo che prima o poi si creerà la vita in provetta. Dati i rischi‚ non potendo vietare la ricerca‚ bisogna decidere fino a che punto spingerci….. e Craig Venter “manipolando i processi vitali si tocca qualcosa la cui caratteristica è l’imprevedibilità.
Per cui‚ se si opera senza regole‚ si può fare un danno superiore ai benefici che possono venire per l’uomo.La dannazione di Margherita è nel rischio di annullamento della sua natura‚ dell’archetipo di culla della vita e del principio di fecondità. E’ questo il punto cruciale‚ oltrepassare il mistero : per la scienza‚ la vita è esclusivamente “materia”‚ una sequenza di atomi. molecole‚ solo molto complessa. Faust giunge a credere che non ci sia alcun principio misterioso‚ magico‚ nascosto o per lo meno‚ ritiene che ogni segreto possa e debba essere svelato. E’ la strada che la scienza ha preso: sbarazzarsi del vitalismo”. Se la cellula vivente è una “macchina” di atomi e molecole‚ è possibile ricopiarne il meccanismo. La dannazione di Margherita sta nell’intuizione che allora Faust può fabbricare la vita e non si negherà questa scelta.Tutto lo scorrere dell’ultima ora è punteggiato da sprazzi di riconoscimento‚ di narrazione disordinata‚ da ricordi sovrapposti: grande è il desiderio di accumulare un’esperienza‚ di poter dire che il viaggio nel tempo ha trattenuto il senso del trascorso e del passato…. E il paradosso sta nell’incapacità di costruire nel tempo‚ seppur breve‚ una memoria che conta perchè d’ora in avanti non ci sarà più alcun mistero.




MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA’ CULTURLI

MDA PRODUZIONI DANZA

MARGHARETE
studio del Faust da Marlowe, Goethe e Kierkegaard

Drammaturgia e coreografia
Aurelio Gatti

Aiuto regia Gianna Beduschi

Musiche Wagner, Gounov, Boito, Berlioz

con
Gioia Guida, Paola Bellisari
Giuseooe Bersani, Cinzia Maccagnano