TEMPESTA  d’EUROPA

TEMPESTA  d’EUROPA
da Virgilio
drammaturgia di Sebastiano Tringali
regia e coreografia Aurelio Gatti
con Carlotta Bruni, Rosa Merlino, Paola Saribas
e SEBASTIANO TRINGALI 


Una «tempesta» di emozioni che coinvolgono gli spettatori trasportandoli simbolicamente su quelle carrette del mare, immersi nel buio, in balia delle onde, dove gli attimi diventano l’eternità. Memorie di una vita vissuta mai abbastanza, interrotta dalla tempesta di ricordi che si mischiano inutilmente alle speranze. Un futuro negato. 
Il respiro silente del mare è filo conduttore della «Tempesta». La via del mare, la via della speranza, il nubifragio, la tempesta, la costa che è ancora lontana. La morte.
Ritrovare parallelismi, non lontani, tra poesia con la cronaca e l’attualità, non stupisce : così anche nel viaggio di un Grande Classico come l’Eneide,  ci si incontra col  tema dell’immigrazione : un gruppo di pagani che sfuggono da un’invasione vera e propria (la guerra dei Greci contro Troia), perpetrata con violenze di ogni genere fino ad operare una vera e propria sostituzione etnica. 
L’Eneide inizia con una tempesta: e non una tempesta qualunque, ma un perfect storm virato sulla mito, un’arcitempesta in cui tutti i venti a disposizione di un dio intervengono a recare la maggior devastazione possibile. Quella tempesta rispecchia in fondo qualcosa che l’uomo/Enea ha dentro :   è l’epifania di un punto di rottura interiore, e quel gridare dell’uomo/eroe è rivelante.
Il mare, la sua vastità, il suo respiro... il silenzio che ne compete. Non più storie di uomini e il mare, ma l'emozione di un “Mare” non più vita, non più incontro o prospettiva. Un percorso di sola lirica E stupefazione in cui i ricordi si mescolano con la memoria presente e l'intuizione del tutto. L'attore così diventa il luogo e lo spazio di “ Transito” di infinite vicende... mentre la danza respira l'immanenza di una vita desiderata e “ mai più vissuta abbastanza”.

. I remi si spezzano, la prua si rivolta, offre all’onde
il fianco: gli corre incontro il monte d’acqua scrosciando.
Pendono questi in vetta al flutto, a quelli l’onda, che piomba,
apre tra i flutti la terra, schiuma e sabbia ribollono. 
. un maroso investe a poppa: ne balza via il timoniere
e a capofitto precipita; l’onda tre volte 
fa roteare la nave, il vortice avido l’inghiotte nel mare.
Si vedono corpi nuotare dispersi pel gorgo funesto,
armi guerriere, e tavole, e teucri tesori fra l’onde.