29 luglio 2001‚ ANFITEATRO CAMPANO – Santa Maria Capua Vetere (CE)
ROMEO e GIULIETTA
da William Shakespeare
traduzione Salvatore Quasimodo
La vicenda di Romeo e Giulietta‚ mirabilmente raccontata da Shakespeare‚ esercita da secoli‚ in tutto il mondo‚ un fascino straordinario: l’amore che nasce spontaneamente tra i due giovani‚ innocente‚ puro‚ ed al tempo stesso ricco di pathos è un inno alla vita che sboccia.
Ma sulla gioia e la felicita’ di due cuori che si amano‚ incombe lo spettro della tragedia. Prima tragedia romantica mai esistita‚ in Romeo e Giulietta convivono in modo straordinario azione e lirismo: tutta l’opera rappresenta con forza e amore‚ la vita. La bella Verona ferve di novità‚ di movimento e le stesse scene comiche che attraversano la tragedia anche nei suoi momenti più cupi‚ mirano ad immettere sulla scena il sapore dell’esistenza in tutta la sua gaiezza e vivacità. Feste‚ danze‚ maschere‚ banchetti‚ personaggi dalle battute ilari e dall’eloquio vivace sono lo scenario nel quale nasce questo amore.
Ma ecco che l’allegra giovinezza di Mercuzio viene spezzata: da questo momento il dramma esplode: La violenza iniziale di Tebaldo genera una serie di azioni che disgraziatamente porteranno alla sciagura. Nel tenero saluto dei due sposi dopo la loro unica notte d’amore si insinua questa premonizione. La dolcezza dell’amore‚ il sostegno dell’amicizia‚ la spensieratezza della giovinezza‚ la tenerezza dell’illusione‚ i valori della purezza‚ dell’onore‚ vengono infatti prematuramente infranti dalla morte. L’irrompere del tragico spinge il drammaturgo a mutare stile‚ all’inizio plasmato sulle convenzioni letterarie‚ sulle rime‚ rispettando la tradizione delle forme chiuse e dei sonetti‚ poi via via meno musicale‚ per diventare sempre più sofferto e calato nella realtà‚ lontano dalle citazioni.
La nostra messa in scena ruota attorno ad un cardine: L’amore . Shakespeare ha il merito‚ di dare vita e morte‚ nello stesso tempo‚ al più’ puro dei sentimenti sottraendolo‚ grazie al volto dei due giovani — succubi d’un mondo feroce di adulti‚ alla banalità del sopravvivere quotidiano‚ all’ottusa perseveranza delle categorie‚ alla schematica quanto ovvia suddivisione della vita. Forse per questo‚ la fragile storia di due innamorati sopravvive al tempo e alle mode‚ incurante del decadimento dell’idea stessa d’amore. In Romeo e Giulietta c’è forza‚ dedizione ‚ intima amicizia‚ abnegazione‚ scellerata generosità ‚ in poche parole‚ c’è l’ideale di un’energia vitale spassionata . L’amarezza sta nel fatto che negando l’ idealismo si sottrae vita alla vita stessa. Purtroppo se non ci fosse la guerra in mezzo‚ lo schieramento contrapposto‚ questa vicenda non avrebbe la forza di essere evocata con tanta consuetudine. Sarajevo come Verona‚ Gaza come il Bronx – Romeo e Giulietta vengono riportati in vita ogni qualvolta ci si riferisce ad un amore spezzato e cancellato . Ma non è proprio così. Non si nega l’amore‚ ma l’idea della vita.
Lo scenario e ’ di una guerra‚ senza principio e senza fine. Nelle pieghe di questa nasce la vicenda‚ predestinata a tal punto che Giulietta è ridotta a un simulacro‚ quasi un ’icona votiva a cui ogni giovane‚ passato ad adulto‚ si riferisce come un ricordo di qualcosa che a un certo punto è finito. Cinque attori – cantanti‚ sei danzatori‚ tre musicisti‚ tra rostri e spuntoni che di volta in volta mutano lo spazio‚ rivivono quella tragedia che sempre di più sembra dar adito a un vizio interpretativo: i giovani non muoiono per gioventù‚ vengono uccisi da una guerra di arroganti pregiudizi.
MDA Produzioni Danza
in cooproduzione con
MUSICARTEROMEO e GIULIETTA
da William Shakespeare
traduzione
Salvatore Quasimodoregia e coreografia
AURELIO GATTImusiche originali
Fabio Lorenzicostumi
Franco Grassoscene
CAPANNONE MOLIEREcon
Gianna Beduschi, Paola Bellisari
Giuseppe Bersani, Monica Camilloni
Annalisa D’Antonio , Gioia Guida
Angelo Giannellie la partecipazione
Chiara Pizzolo, Ernesto Lama
Tajo Yamanouchi, Carlo Vitale, Sergio SivoriEsecuzione dal vivo
Fabio Lorenzi, Alessandro Girotto – chitarreDisegno luci
Stefano Stacchini