IL RATTO DI PROSERPINA

IL RATTO DI PROSERPINA 

MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITà CULTURALI MDA PRODUZIONI DANZA in collaborazione con PROVINCIA DI ENNA – CITTà DI CALTANISSETTA‚ ENNA‚ TROINA

IL RATTO DI PROSERPINA
opera per coro/danza/banda e teatro 

o dell’armonia negata

Rosso San Secondo‚ di cui lo scorso anno correva l’anniversario tra l’indifferenza e il paludamento culturale riservato a gran parte degli autori della produzione artistica e letteraria del ns. ‘900‚ scrisse a più riprese il Ratto di Proserpina. Malgrado i ripetuti “aggiustamenti” da parte dell’autore e gli annunciati allestimenti di registi e compagnie importanti‚ l’opera non andò mai in scena. I tempi cambiavano rapidamente e l’autore – tra i più rappresentati del dopoguerra – non potè mai partecipare alla stesura definitiva della messa in scena‚ momento importante – quanto necessario per ogni opera teatrale e così il Ratto giunge ai giorni nostri con tutte le incognite di un’opera inedita e “mai rappresentata”. Va segnalato l’allestimento del 1986 per le Orestidi di Gibellina a regia di Guido De Monticelli‚ volontà di una direzione artistica che mirava alla valorizzazione del patrimonio teatrale poco conosciuto e inedito‚ poi il silenzio.

Effettivamente l’opera è di difficile rappresentazione sia sotto il profilo produttivo – per la quantità di personaggi‚ oltre venti e comunque tutti “importanti” e la presenza di almeno due cori – quello del mito e quello popolano‚ …. ‚ ma anche e soprattutto per l’articolazione del testo che si propone come un unicum per contenuti e significato‚ ma costruito in scene (visioni) a se stanti‚ che lasciano senza indicazioni la messinscena per la soluzione dei numerosi passaggi .

Lo spettacolo‚ prodotto da MDA PRODUZIONI e TEATRI DI PIETRA in collaborazione con la Provincia di Enna‚ i Comuni di Caltanissetta‚ Enna e Troina (EN) – riuniti nel progetto SICILIA CENTRO MEDITERRANEO – rappresenta un’efficace proposta per lo sviluppo e la valorizzazione del patrimonio artistico e le attività culturali nell’entroterra siciliano.
Attraverso l’opera inedita di Rosso di San Secondo – che si sviluppa tra le solari sponde del lago di Pergusa e le inqiuetanti oscurità delle zolfatare di Caltanissetta – si entra nel Mito antico della natura e della bellezza per riproporre il tema dell’armonia e della “medias” come elemento fondante la cultura del Mediterraneo.

Oltre 70 gli artisti in scena‚ tra i quali gli attori SEBASTIANO TRINGALI‚ ERNESTO LAMA‚ RAFFAELE GANGALE‚ CINZIA MACCAGNANO‚ le cantanti ELISA TURLá e TIZIANA D’ANGELO‚ GIANNA BEDUSCHI e GIOIA GUIDA per la danza.
Importante la partecipazione del laboratorio TEATRO DEI TERRITORI‚ nei panni del coro degli zolfatari‚ nonché la presenza degli artisti della compagnia MDA PRODUZIONI. Le musiche di scena sono affidate al M° Marcello Fiorini alla fisarmonica e agli interventi della Banda “ANTONINO GIUNTA” CALASCIBETTA diretta dal M° CARMELO CAPIZZI.

“…è un’occasione rara fare del teatro la migliore testimonianza di un territorio e della sua cultura…Rosso‚ in tal senso‚ rappresenta una fonte inesauribile.” Sebastiano Tringali
“…quando ho capito che quest’opera era l’espressione dell’incontro fra teatro‚ musica‚ danza e differenti linguaggi‚ ho inteso la grande opportunità di rinascita per un testo tanto complesso.” Ernesto Lama
“…è davvero importante che Il Ratto di Proserpina offra l’opportunità di dimostrare come teatro‚ interprete e territorio siano una unità preziosa e straordinaria…”Aurelio Gatti

E’ lo “spettacolo fantastico” tra l’antico e il moderno‚ è l’opera che Rosso considerava riassuntiva e conclusiva di tutta la sua lunga attività di drammaturgo. Fu molto commentata e discussa fin da quando era ancora inedita; fu una specie di “mito” degli Anni Quaranta. Pareva sempre che dovesse essere messa in scena‚ da un momento all’altro; ma‚ come questo spettacolo non aveva mai luogo‚ Rosso continuamente la riprendeva e la rielaborava. Questa incessante opera di ritocco durò praticamente fino agli ultimi anni della sua vita. La prima notizia che si ha della commedia‚ la troviamo in un’intervista di Raul Radice con l’autore (Visita a Rosso di San Secondo‚ in “L’Ambrosiano” 29 Luglio 1933); in essa l’opera è già data come compiuta. Sette anni dopo Anton Giulio Bragaglia ne annunciò la rappresentazione all’aperto‚ a villa Celimontana‚ con la propria regia (cfr. “Il Dramma”‚ XVI‚ (1940)‚ 1 Aprile). Riferendosi alla data in cui uscì quest’articolo‚ Rosso usava dire più tardi che era stato un “pesce d’aprile”. Un ritorno d’interesse ebbe luogo nel 1953‚ quando Alberto Casella ne curò la regia radiofonica (cfr. “Radiocorriere”‚ XXX‚ (1953)‚ n. 14‚ 3-11 Aprile)‚ e nel 1954‚ quando l’editore palermitano Flaccovio ne pubblicò in volume una vecchia versione‚ dall’autore già modificata in sede radiofonica. Il testo definitivo‚ che qui ripubblichiamo‚ è quello stampato a mia cura e con mia prefazione su “Ridotto” cit.‚ nel 1965. Delle discussioni a cui dette luogo il lavoro negli Anni Quaranta possono essere testimonianza il saggio di Diego Fabbri‚ Il teatro di R.S.S.‚ estratto dalla “Rivista Italiana del dramma”‚ n. 5 del 15 Settembre 1941‚ e i citati articoli di Santi Savarino‚ Il “punto”su Rosso‚ del 1943. Il Fabbri riprendendo le tesi di Silvio d’ Amico‚ fortemente restrittive dell’importanza dell’autore‚ aveva tracciato un quadro abbastanza parziale dell’opera di Rosso; e quanto al Ratto‚ pur dicendo « ci si ricorda in più d’un tratto delle scene mitologicamente romantiche del secondo Faust»‚ concludeva con molti dubbi. A ciò‚ e in genere a tutta l’impostazione del «caso Rosso» da parte della critica cattolica‚ ivi compreso il P. Mondrone‚ volle rispondere appunto il Savarino. (Va detto che gli studiosi cattolici di questo dopoguerra hanno saputo leggere Rossa con maggiore serenità‚ dal Grisi al Torresani al giovane Andrea Bisicchia.) Infine‚ per intendere il senso che a quest’opera intendeva dare l’autore‚ sarà opportuno rileggere quella che è forse la sua ultima pagina‚ datata Novembre 1956‚ riprodotta in facsimile dal Calendoli a introduzione della sua monografia: «… Lungo la strada‚ motivi apparentemente disparati si sono raccolti e composti senza che io ne abbia deliberatamente cercato l’unità. Il ratto di Proserpina è lo specchio del mio mondo quale si è serenamente costituito alla conclusione di un ciclo. In questo mio mondo non è essenziale il contrasto fra il Nord ed il Sud‚ i quali appaiono come i termini opposti di una perenne insoddisfazione ». La dichiarazione prosegue – dopo aver isolato le sue opere teatrali Marionette‚ che passione! E fra le narrative La donna che può capire‚ capisca – riaffermando il legame « con la tradizione letteraria dell’Isola; di questa sicilianità‚ per Rosso‚ La bella addormentata è «il frutto più immediato ». Spetta dunque alla Sicilia‚ oggi‚ a settant’anni dalla prima stesura dell’opera‚ mettere uno dei suoi prodigiosi teatri all’aperto a disposizione di chi voglia mettere in scena‚ com’è doveroso‚ Il ratto di Proserpina.

Pier Maria Rosso di San Secondo
Le opere

Pier Maria Rosso di San Secondo è un letterato siciliano‚ nato a Caltanissetta nel 1887 e morto a Lido di Camaiore (Lucca) nel 1956.
La sua poetica è caratterizzata dal lirismo e da una visione pessimista del rapporto tra l’uomo e la società‚ con personaggi spesso segnati dalla solitudine e da un certo contrasto tra passione e razionalità.
Tra le sue opere più importanti ricordiamo La sirena incantata‚ con cui fa il suo esordio in teatro nel 1908‚ e Marionette che passione! del 1917‚ opera che accese l’interesse di Luigi Pirandello‚ rappresentato da V. Talli. La commedia si impernia sull’incontro casuale di tre personaggi‚ tre esistenze “bloccate”‚ incapaci di dare un senso alla vita perché prive di quello slancio interiore che apre e dispone l’individuo alla socialità. I tre si riveleranno alla fine delle marionette‚ in balia delle proprie passioni. Si parlò subito di pirandellismo e di teatro grottesco che risentiva delle esperienze espressionistiche tedesche. In realtà l’opera nasceva da un teso lirismo che faticosamente tentava di incanalarsi in strutture razionali. Di qui il linguaggio acceso e tumultuoso‚ adatto a evocare piuttosto che rappresentare passioni e situazioni
In seguito al grande successo di Marionette che passione!‚ Pier Maria Rosso scrisse altre opere teatrali‚ fra cui possiamo citare La bella addormentata del 1919‚ definita da R. una “fiaba colorata”‚ L’ospite desiderato del 1921‚ Tre vestiti che ballano del 1927‚ Il ratto di Proserpina del 1954. Scrisse anche testi di narrativa‚ come I racconti di Potentino del 1916 e un romanzo‚ La fuga‚ pubblicato un anno dopo (1917).

Biografia
Rosso di San Secondo Pier Maria (Caltanissetta 1887 – Lido di Camaiore 1956)‚ scrittore e autore drammatico.
Proveniente da una nobile famiglia – il padre Francesco era un conte‚ la madre Emilia Genova una donna che riassumeva in sé l’austerità di tante mamme siciliane‚ rimase nella sua terra d’origine fino al raggiungimento della maturità classica. Roma divenne la sua meta‚ come fu meta di un altro grande‚ Pirandello‚ a cui per primo R. si rivolse quando vi giunse con una lettera d’accompagnamento datagli dal padre. Fu Pirandello che‚ dopo aver presentato con un’ampia introduzione il romanzo La fuga ‚ propose Marionette‚ che passione! a V. Talli. Siamo nel settembre del 1917 e‚ prima di questa data‚ si segnalano‚ nella sua vita‚ alcuni viaggi e testi narrativi. Verso il 1907 si recò in Olanda‚ quindi in Germania. Scrisse una bellissima novella‚ lodata da Bonaventura Tecchi‚ La signora Liesbeth ; e compose‚ nello stesso periodo‚ Mare del Nord‚ Serenata‚ Una cena in presenza di Jean Steen‚ raccolte sotto il titolo Elegie a Maryke ‚ e ancora Il poeta Ludwig Hansteken ‚ che troveremo in Ponentino. Intanto la Compagnia drammatica italiana‚ diretta da Alfredo Sainati‚ nel 1908‚ aveva rappresentato al Teatro Carignano di Torino il primo lavoro di R.‚ andato perduto‚ La sirena incantata . Dopo il 1917‚ quando apparve il romanzo La fuga ‚ al quale seguì la rappresentazione di Marionette‚ che passione! ‚ il lavoro divenne ancora più febbrile; nel 1918 fu pubblicata La morsa ‚ nel 1919 andarono in scena Amara e La bella addormentata ‚ mentre trova pubblicazione un altro romanzo: La mia esistenza d’acquario. Altre sue commedie sono: L’ospite desiderato (1921); Lazzarina tra i coltelli (1923); La roccia e i monumenti (1923); Una cosa di carne (1923); Il delirio dell’oste Bassà (1924); La scala (1925); Febbre (1926); Tra vestiti che ballano (1926); Lo spirito della morte (1931). Nel 1939 una malattia lo costrinse a letto per molto tempo mentre stava componendo Il ratto di Proserpina‚ che nel 1940 avrebbe dovuto essere rappresentata da A.G. Bragaglia‚ che ne aveva già preparato l’allestimento. Lo scoppio della guerra ne impedì la rappresentazione. Nel 1942-1943 R. compose a Lido di Camaiore Mercoledì‚ luna piena . Un anno prima di morire poté assistere a una nuova edizione scenica di La scala al Festival internazionale della prosa di Venezia‚ con la regia di Squarzina e con G. Santuccio e L. Brignone. Il teatro di R.‚ affermatosi sotto l’equivoca formula del `grottesco’‚ contiene una carica così rivoluzionaria‚ una raffigurazione scenica così violenta‚ da farlo rapportare a quello di drammaturghi come Ibsen‚ Strindberg‚ Pirandello. è un teatro dell’attesa e dell’assurdo‚ che sembra anticipare autori come Ionesco e Beckett; la sua forza drammaturgica non è solo di carattere formale‚ ma anche linguistico. Opere come Marionette‚ che passione! ‚ La bella addormentata ‚ Lo spirito della morte sono degne di entrare in un vero e proprio repertorio del teatro italiano; sono commedie nelle quali i grandi temi esistenziali convivono con le famose `pause disperate’ o con la forte espressività coloristica. R.‚ pur non disdegnando la tradizione‚ fu certo un autore avanguardista.


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MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI

MDA PRODUZIONI DANZA

in collaborazione con PROVINCIA DI ENNA
CITTÀ DI CALTANISSETTA, ENNA, TROINA

in coproduzione con

SICILIA CENTRO MEDITERRANEO e TEATRI DI PIETRA

IL RATTO DI PROSERPINA
opera per CORO/DANZA/BANDA E TEATRO

liberamente ispirato all’opera di ROSSO DI SAN SECONDO

con
GIANNA BEDUSCHI, PAOLA BELLISARI
GIUSEPPE BERSANI, MONICA CAMILLONI
ANNALISA D’ANTONIO, EUGENIO DURA
GIOIA GUIDA, GIOVANNI PALMIERI
SARA GIANNELLI

TIZIANA D’ANGELO, RAFFAELE GANGALE,
CARLO GRECA, ERNESTO LAMA,
CINZIA MACCAGNANO, ELISA TURLÀ

e
SEBASTIANO TRINGALI

e la partecipazione
del Laboratorio TEATRO DEI TERRITORI
Amata Stefania – Azzaro Rita – Baudo Valentina – Castano Adriana – Clemente Giulia
D’Angelo Sara – Galletti Stefania – Greca Duilio – Lamantia Mauro – Licciardi Alessandro
Linguanti Fabio – Mancuso Ilaria – Marchica Maria – Pecora Alessandro – Petrino Claudia
Pintus Noemi – Russo Silvia – Todaro Alessandro – Trovato Lidia – Vitriolo Roberto

e Catiglione Angela – Castiglione Tina

adattamento e drammaturgia
A. GATTI/C.MACCAGNANO/ S.TRINGALI
direzione coro
CINZIA MACCAGNANO 
regia e coreografia
AURELIO GATTI

musiche della TRADIZIONE POPOLARE eseguita dal vivo dalla banda “ANTONINO GIUNTA” CALASCIBETTA
direzione banda CARMELO CAPIZZI
musica di scena e fisarmonica MARCELLO FIORINI

scena CAPANNONE MOLIERE
costumi LIVIA FULVIO
uci STEFANO STACCHINI
organizzazione VALTER AMORELLI
produzione GIULIANA MERENDA

ufficio stampa LAVINIA D’AGOSTINO