IONE : con Euripide abbandonati al fato

IONE : con Euripide abbandonati al fato

una nuova collaborazione con il Teatro Classico 

ENTE TEATRO CRONACA – Lab.TEATRO DEI TERRITORI
in coproduzione TEATRI di PIETRA

IONE
da Euripide

con
ERNESTO LAMA – SEBASTIANO TRINGALI
CINZIA MACCAGNANO – STEFANO ANNONI
e GIANNA BEDUSCHI – GIOIA GUIDA – PAOLA BELLISARI
ANNALISA D’ANTONIO – MONICA CAMILLONI

regia e movimenti AURELIO GATTI
aiuto CINZIA MACCAGNANO
scene e costumi Capannone Moliere

Una donna e un giovane: una madre violentata e un figlio abbandonato che si incontrano dopo una concitata sequenza di tentati omicidi e riconoscimenti presunti e reali. Nello “Ione”‚ una tragedia probabilmente rappresentata nella penultima decade del V sec. a.C.‚ Euripide porta sulla scena‚ e risolve positivamente‚ l’eterno dramma dell’uomo alla ricerca di quei vincoli di sangue che né il tempo né le distanze possono rimuovere o spezzare . “Ione” ‚ come “Elena” ‚ appartengono ai cosidetti “drammi del caso”‚ in cui i destini umani sono affidati non a un provvidenziale intervento divino‚ ma a un ceco moto d’eventi che ostacolando‚ mutando e deviando i progetti e le azioni degli uomini fa scaturire dai loro cuori e dalle loro menti una complessa‚ contraddittoria e molteplice umanità.
Quindi la vicenda: un bambino abbandonato in una grotta‚ una madre tormentata dai rimorsi‚ un riconoscimento con lieto fine dopo molte peripezie che comprendono un finto riconoscimento‚ una trama omicida e un tentativo di linciaggio. Lo Ione è il più antico esempio di dramma a intreccio del teatro europeo. Più che una tragedia è una tragicommedia‚ tutta giocata sugli equivoci dell’identità e percorsa da un’ironia sottile che fa dei suoi personaggi degli eroi minuscoli‚ incapsulati nel loro inconsapevole gioco delle parti‚ ma alla fine riscattati dai capricci del destino.
Ma nonostante il lieto fine‚ ciò che emana da questa tragedia dell’estrema maturità di Euripide è un angoscioso senso di debolezza e di precarietà della condizione umana‚ sottratta sia a un disegno provvidenziale divino sia al dominio della ragione. Un finale propiziato dal caso‚ che coinvolge tutti i personaggi: Ione‚ il Coro delle serve di Creusa‚ Creusa‚ Xuto‚ il Vecchio‚ il Servo di Creusa‚ la Pizia e gli dei chiamati Ermes e Atena e l’evocato Apollo. Ogni fatto dimostra‚ tragicamente‚ come l’uomo sia “pupazzo” in balia di un destino a cui gli stessi dei possono solo assistere.

Il giovane Stefano Annoni è Ione‚ Cinzia Maccagnano una Creusa appassionata‚ uno stupito quanto caparbio Xuto è creato da Sebastiano Tringali. Ernesto Lama propizia l’oracolo nelle vesti della Pizia. Dodici attori e danzatori per un’opera rara‚ che da molti anni è assente dalla scena nazionale.