RINGPARABEL / LA PARABOLA DEI TRE ANELLI
musica Gloria Bruni
orchestrazione Lauro Ferrarini
drammaturgia Sebastiano Tringali – Aurelio Gatti
regia e coreografia Aurelio Gatti
costumi Marina Sciarelli Genovese
con Carlotta Bruni Valeria Busdraghi Matteo Gentiluomo Rosa Merlino
Camilla Perciavalle Luca Piomponi Paola Saribas
e Sebastiano Tringali
oggetti di scena Capannone Moliere
PR e Comunicazione Francesca Buccafusca
produzione MDA Produzioni Danza
in coproduzione con PARABEL OPERA
e il sostegno del PARCO ARCHEOLOGICO DI SELINUNTE e CAVE DI CUSA
All’ombra del Tempio di Hera , a Selinunte, ha debuttato a fine agosto, l’opera composta da Gloria Bruni ed orchestrata da Lauro Ferrarini, ispirata alla celebre parabola dell’anello, da “Nathan il Saggio” di Lessing e dal Decameron di Giovanni Boccaccio.
La messa in scena di Aurelio Gatti , in forma di danzateatro, vede interpreti , insieme all’attore Sebastiano Tringali, sette danzatori: Carlotta Bruni, Valeria Busdraghi, Matteo Gentiluomo, Rosa Merlino, Camilla Perciavalle, Luca Piomponi, Paola Saribas. I costumi sono a firma di Marina Sciarelli Genovese e il disegno luci di Stefano Stacchini.
Un progetto di coproduzione italo/tedesco che, attraverso la poetica del Boccaccio e di Lessing, affronta i temi – attuali e dirompenti – dell’integralismo religioso e culturale.
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“Ringparabel – la Parabola dei Tre Anelli”
RING PARABEL, la parabola dei tre anelli è una favola. Racconta dell’ebreo che per superare le insidie della trappola tesagli dal Saladino il sultano, alla domanda di qual sia la vera religione risponde con la parabola dei tre anelli identici, simboleggianti le tre grandi religioni monoteistiche, copie dell’unico vero anello andato smarrito….. Fiaba didascalica che spavaldamente infrange i canoni del realismo per offrirsi come poema della tolleranza religiosa, anzi, di tutte le tolleranze . Tocca a chi la avvicina farla rivivere, in sé e intorno a sé.
Sicuramente la Parabola è metafora della condizione dei tre grandi monoteismi, il Cristianesimo, l’Islam e l’Ebraismo in cui i fedeli di ciascuna religione sono convinti che la vera rivelazione sia stata donata solo a loro … ma anche una dura riflessione sulla vacuità – e pericolosità – dei fondamentalismi e degli integralismi religiosi, culturali e sociali.
Gli argomenti della Parabola sono di palese attualità e sempre più ricorrenti e diffusi : intolleranze, paura dello straniero, modelli economici e sociali esclusivi, che generano xenofobia e razzismo come rifiuto e ostilità nei confronti delle culture diverse dalla propria.
Da qui l’urgenza: il passato ammonisce, il presente è evidente a tutti ma è il il futuro che la esige.
Dalla più antica redazione conosciuta, la parabola della “Perla caduta nella notte” del VIII secolo, alla terza novella del “Decameron”, fino al dramma teatrale “Nathan il Saggio” di Lessing, i racconti degli anelli hanno viaggiato tra Oriente e Occidente mutandosi, scavalcando i confini identitari, e comunque alludendo e facendosi metafora dell’assenza di primato tra le tre religioni monoteiste – Ebraismo, Cristianesimo, Islam .
La storia dall’anello autentico – confuso tra copie fatte forgiare da un buon padre per non mortificare nessuno dei tre figli ugualmente amati, suscita una unica evidenza : l’indistinguibilità del gioiello originale, il dubbio su chi lo possegga e la legittimità di ogn’uno dei contendenti …
È il ‘vuoto’ di certezza che, sospendendo la pretesa di un’origine esclusiva, ricorda alle religioni – e non solo – la vanità di ogni chiusura e intolleranza. …. Al centro dell’anello c’è comunque il vuoto. Ed è con quel vuoto, con quell’ignoto, che ciascuna coscienza deve fare i conti.
La parabola dei tre anelli, raccontata dal canto e dalla musica, si intreccia con la testimonianza diretta del fabbro incaricato a fare copie perfette dell’originale…. Non un semplice artigiano, ma un mastro dell’antica arte della metallurgia, una figura arcaica che riconduce al mito, alle forze primordiali, al mistero del fuoco e della verità, alla bellezza come armonia espressiva che permane al di là della caducità dell’esperienza e della forma.
E qui l’arte eclissava la materia .… tutto si svolge in una improbabile fonderia animata da uomini e travi di ferro, dove la co-esistenza è segnata dalle rigidità delle forme che si moltiplicano all’infinito in labirinti, portali, corridoi… In questo spazio spigoloso e ostile , una fiammella, piccola, dalle forme imprevedibili, inquietante. Recha, il Saladino, Nathan e tutti i personaggi della Parabola nascono dalla scena e si susseguono, si incontrano e scontrano in continuazione tra perimetri che sembrano immutabili , mentre il canto, la musica e la danza suscitano e disegnano infinite prospettive.